Mons. Francesco Saverio Petagna: un vescovo precursore dell’apostolato di oggi (di Carlo Cremona)

Religiose dei Sacri Cuori di Gesù e Maria

Ci sono personaggi che hanno tanto influito sul loro ambiente durante l’esistenza terrena, senza, tuttavia esaurire il loro dinamismo. Può darsi che dopo morte siano stati anche lungamente dimenticati, restando sconosciuti ai più. Ma sia perché hanno lasciato una testimonianza vitale della loro opera che ancora perdura, sia perché un ricercatore ne ha fatto la riscoperta, incominciano a rivivere anche nel presente una vita nuova, hanno riconoscimenti postumi e riprendono ad influenzare la vicenda umana, qualche volta, con maggiore efficacia di quel che poterono fare da vivi. Penso che questa sia la sorte di un gande vescovo vissuto nel secolo scorso, la cui validità culturale, apostolica, mistica mi pare giusto recuperare: il Servo di Dio Francesco Saverio Petagna, che fu vescovo di Castellammare di Stabia.

La vita del vescovo Petagna è stata indagata ed esaurientemente analizzata, nelle sue drammatiche vicende e nei suoi risvolti psicologici e spirituali, in un recente e ampio volume, ricco di documentazioni, di Giovanni Celoro Parascandolo: Francesco Saverio Petagna, il Vescovo della carità, il difensore della fede (a cura della Congregazione delle Religiose dei Sacri Cuori). Ne risulta un personaggio emblematico interessante, sia per capire meglio il periodo del nostro risorgimento, sia per la tematica pastorale che conserva molti motivi di validità anche per oggi. Rileggendo le cronache della vita del Petagna ci si accorge quanto la sua azione pastorale, schiva da ogni parvenza di strumentalizzazione della sua alta dignità, sia moderna per penetrazione di ambienti e di persone, per immediatezza di contatto personale resa possibile dalla grande sua umiltà e da un profondo senso di responsabilità del Vescovo, che avvertiva la drammaticità dei tempi e delle contingenze. Vicino a tutti, vicino soprattutto agli umili, ai sofferenti; pronto e coraggioso nel reprimere o riparare ingiustizie.

Mons. Petagna ebbe un intuito particolare nel riconoscere la validità della collaborazione dei laici all’apostolato gerarchico: “Venite in mio aiuto, sollevatemi da questo pesante fardello e tenetevi sempre con me accompagnati per portarlo. Vivete bene. Rianimate del vero spirito cattolico la vostra vita e ridestatela a nuovo e più alacre cammino nella virtù e nella santità”. Tutte le impostazioni del moderno apostolato furono intuite, programmate e attuate da Mons. Petagna fino all’anticipo dell’azione cattolica, della catechesi più aggiornata, dell’apostolato liturgico e delle conquiste sociali. Promosse iniziative di carità: orfanotrofio, ospedale, scuole e fondò case per le ragazze esposte alla prostituzione. Una delle principali cure fu, non soltanto di occuparsi di due istituti femminili nascenti nella sua diocesi, ma di crearne un altro su misura delle sue concezioni di apostolato: le Religiose dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Ad esse affida come ideale l’impegno della riparazione un amore grande per la Chiesa e per il Vicario di Cristo, lo zelo per una integrale promozione umana dei fratelli, specialmente per i più piccoli e per i più poveri. Questo loro ideale avrebbe dovuto attingere da una sorgente perenne: l’adorazione, quasi contatto incessante di Gesù eucaristico. Egli deve aver saputo trasfondere bene nella Famiglia religiosa ideata, questo amore per l’eucaristia, cioè per la presenza di Gesù ad animare le opere di un molteplice apostolato. Il centro della loro azione è l’eucaristia. Meditando quello che fu il trinomio del loro Padre, con particolare impegno: la fede, l’apostolato, la preghiera. “Allorché la fede è bene illuminata — diceva Mons. Petagna — sarà per voi una fiaccola splendente che getterà tanta luce su questo sconvolto oceano che sentite ruggire e pretende di chiamarsi società umana…”.

Mons. Petagna fu veramente uomo di Dio. Al servizio di Dio egli mise il suo fervido ingegno, perché fu uomo di profonda cultura. Il suo trattato “La Scienza Cattolica” che egli lasciò inedito e che fu stampato postumo a cura del suo successore Mons. Vincenzo Sarnelli, è un prezioso volume di apologetica che potrebbe esser letto ancor oggi con frutto. Le sue pastorali non erano semplici lettere, ma veri trattati di vita spirituale. Anche attraverso una ricostruzione biografica egli si rivela uomo moderno, la cui austerità sacerdotale nulla toglieva alla grande dolcezza della sua espansiva paternità. Le sue figlie, le Religiose dei Sacri Cuori, debbono sentire il compito non solo di attuare le sue regole, ma anche di far rivivere ai nostri tempi, non meno laicisti di quelli del Petagna, il misticismo soprannaturale e la dolcezza di un uomo che merita di essere ricordato, seguito, amato come una grande guida spirituale. Ci sarebbe molto da dire anche sulla sua partecipazione al Concilio Vaticano I, ma rimandiamo alla citata biografia.