Religiose dei Sacri Cuori di Gesù e Maria

Istituto Santa Teresa del Bambino Gesù

Salerno

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L’Istituto «S. Teresa del Bambino Gesù» a Salerno è nato e ha avuto una sua evoluzione in sintonia con i tempi e la società che mutava rapidamente. I moduli e i criteri istituzionali di gestione adottati erano flessibili e avevano una apprezzabile capacità di adeguamento. Di qui l’attualità della sua funzione, rapportata alle varie contingenze sociali, e l’offerta, per così dire, sempre rispondente alla domanda; e, quel che è più rimarchevole, la sua funzione di supplenza alle carenze della città e dello Stato nei diversi segmenti della vita pubblica.

 

 

Negli anni Trenta le sedi della cultura superiore a quella elementare, che era stata estesa nel periodo fascista a tutti i comuni, villaggi e contrade della provincia, venivano istituite nei capoluoghi di provincia e nei grossi agglomerati urbani, in genere, periferici alle città. Avveniva in conseguenza che, mentre i ceti più abbienti inviavano i loro rampolli, in genere maschi, nei convitti e collegi bene della città, le intelligenze, pur fervide e genuine, di cui erano dotati i figli della gente dei campi, restavano mortificate negli angusti confini dei comuni. Né il pendolarismo studentesco, defaticante e distrattivo, con tutti i rischi e la precarietà inerenti, che inizia solo nel dopoguerra, era praticabile per via dei costi e per lo scarso collegamento degli insediamenti rurali con le sedi scolastiche.

Con la fine della guerra la Scuola Media di stato per l’istruzione dell’obbligo fu estesa a tutti i comuni del territorio nazionale. Presto, però, il progresso della cultura e migliori condizioni di vita, favoriti dalle recenti acquisizioni scientifiche e conquiste sociali, dalla diffusa ricchezza, proveniente dalla forte emigrazione all’estero delle forze lavorative, e dal contatto con altre culture, aprirono ai giovani della periferia e della campagna la possibilità di accedere agli studi superiori, possibili però solo in città. I ragazzi, ci si azzardava pure ad inviarli a pensione in città presso privati, ma le giovanette a chi affidarle, dal momento che non s’erano mai distaccate dalla gonna della mamma? Queste situazioni ed esigenze, peraltro, erano comuni non solo alla provincia di Salerno, ma anche a quella di Avellino e alle regioni limitrofe, siccome anche dalla Basilicata, dalla Calabria e dalla Puglia confluivano studentesse nella nostra città e bussavano alla Casa delle suore.

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